DISCIPLINE OLISTICHE PER LA VOCE

Le cinque leggi biologiche

La conoscenza delle Cinque Leggi Biologiche (teorizzate dalla Nuova Medicina Germanica) mi ha aperto alla comprensione della connessione esistente tra malattia ed emozioni, o per essere più precisi, tra malattia e vissuto personale di una persona. Questo ha scardinato completamente le mie convinzioni sul perché mi ammalavo, facendomi capire che un raffreddore non dipende solo dal freddo, come invece fin da piccola ero abituata a pensare.

Per me è stata una vera illuminazione ed anche una grande soluzione ai miei problemi, perché ero arrivata ad avere un raffreddore anche dopo aver preso il latte dal frigo del supermercato e i locali climatizzati per me erano off-limits. Secondo le Cinque Leggi Biologiche il raffreddore è il risultato di una paura incognita, cioè una sorta di pericolo che temiamo ma che non si è ancora manifestato. I codici biologici che il nostro corpo utilizza nella risposta ad un evento esterno, sono stati creati in milioni di anni e sono gli stessi ancora oggi. Milioni di anni fa eravamo quindi molto simili agli animali e utilizzavamo il fiuto per capire dove fosse il predatore. Nonostante oggi non si viva più nelle grotte e non ci sia il rischio di essere divorati da un animale selvaggio, la figura del predatore è stata sostituita dal pericolo di essere licenziati, o da quello di essere lasciati dal partner o anche dall’esito di un esame e così via. Come nella preistoria, cerchiamo di fiutare questo pericolo che sentiamo incombere e che è diventato anche un pensiero fisso che ci tiene costantemente in allerta.

La mucosa nasale, a quel punto, si riduce per fare entrare più aria da analizzare. Nel momento in cui il pericolo cessa, quindi ad esempio non vengo licenziato, non vengo lasciato oppure supero quell’esame, finalmente posso rilassarmi, il pensiero fisso se ne va e il corpo si ristabilisce. La mucosa nasale si ricostituisce, il naso si “chiude” perché l’infiammazione è la riparazione dei tessuti precedentemente modificati e il “moccolo” è la cicatrizzazione della nostra ferita, che non potendo solidificarsi come avviene ad esempio su un ginocchio, resta liquida per permettere la guarigione con meno fastidio.

Affrontare consapevolmente la paura di prendere freddo, come mi ripeteva sempre la mia mamma (convinzione limitante), ha fatto cessare la voce che mi ripeteva di essere in pericolo e da quel giorno il freddo e le correnti d’aria (così temute dai cantanti) non mi hanno mai più creato problemi, tanto che oggi vivo in montagna!

La conoscenza delle Leggi Biologiche è stato anche lo starter che mi ha portato ad esplorare le vie di guarigione alternative che possono agire sulla risoluzione dei problemi vocali, che ho integrato nel mio Metodo Vo.c.i.

Secondo le Cinque Leggi Biologiche, il corpo è suddiviso in base a tre foglietti embrionali, ognuno dei quali risponde a uno specifico conflitto biologico. Ecco quindi che, ad esempio, l’epidermide (la parte più superficiale ed esterna della pelle) ed i problemi ad essa legati, rispondono al conflitto di separazione (ectoderma), mentre il derma (cioè la parte più profonda della pelle) al conflitto di attacco (endoderma).

Ovviamente il sistema respiratorio ed il sistema fonatorio (polmoni, laringe, corde vocali ecc..) hanno, a seconda del foglietto embrionale di derivazione, un loro specifico conflitto ed una specifica fase di risoluzione, chiamata dalla medicina allopatica malattia.

Carlotta Cortesi durante una seduta di discipline olistiche per la voce

Io preferisco utilizzare il termine Benattia (rif. Francesco Oliviero - Benattia - Nuova Ipsa editore), perché ogni patologia racchiude in sé un grande significato, è la materializzazione nel corpo di una sofferenza psichica e quindi è una indicazione di ciò che stiamo vivendo e che ci disturba, più o meno consciamente.
Conoscere questo ci può aiutare a spostarci dal conflitto e a ritrovare il benessere fisico, grazie alla capacità di auto-guarigione intrinseca in ognuno di noi.
Per fare un esempio, una afonia vocale è il risultato di uno spavento improvviso, di una forte paura di fronte ad un pericolo inaspettato. La laringe aumenta il lume (l’ampiezza) per poter assumere più aria rapidamente, per fare questo il corpo ulcera (cioè si ha una diminuzione cellulare) la laringe e le corde vocali. Nella fase cicatriziale di risoluzione la mucosa si ricostituisce e si ha una forte tumefazione (infiammazione) della mucosa laringea. E’ in questa fase che la voce si altera e si ha l’afonia.

Non tutti sono aperti a questo tipo di conoscenza alternativa ed io non sono interessata a insegnare le Cinque Leggi, ma sapere il conflitto associato ad una benattia, mi aiuta a mettere meglio a fuoco la parte inconscia del cliente per aiutarlo a spostarsi dalla dinamica conflittuale che sta vivendo.

Quando sappiamo cosa sta succedendo al nostro corpo e perché, usciamo immediatamente dalla paura, responsabile delle recidive (cioè le malattie di cui soffriamo cronicamente) e delle altre patologie ad essa connesse; questo ci permette di accogliere la malattia senza gravarla di pensieri limitanti che ci fanno entrare in un circolo vizioso di comportamenti, come ad esempio succedeva a me col raffreddore: avendo paura di ammalarmi e di prendere il raffreddore, alimentavo la paura incognita responsabile dello stesso.

Se siete interessati ad approfondire le Cinque Leggi Biologiche, vi consiglio la lettura di:

  • “Grazie dottor Hamer” di Claudio Trupiano (Secondo Natura Editore)
  • “Le malattie che fanno guarire” di Bianchi e Pellegrino (Om Edizioni)

Potete anche consultare questo portale: attivazionibiologiche.info

Meditazione

Con la meditazione possiamo imparare a fermare il brusio mentale con il quale conviviamo quotidianamente senza esserne consapevoli. La nostra mente infatti è sempre attiva e lavora sodo per cercare di catalogare, analizzare, giudicare tutte le esperienze che ci accadono nella vita.

Purtroppo però, specie in questo periodo storico, siamo così tanto sollecitati dalla quantità di informazioni disponibili, che questo lavoro mentale è diventato troppo intenso e non ci permette di sentire il corpo e le emozioni, componenti altrettanto fondamentali del nostro sistema.

Se sto andando dal panettiere per comprare un filone di pane e lungo la via inizio a pensare a quanto ci starebbe bene della mortadella in quel filone, sono così presa da questo pensiero che posso sentire il profumo della mortadella, sentirne il gusto in bocca e inizia a venirmi l’acquolina. Poi all’improvviso mi accorgo che anziché essere dal panettiere sono arrivata di fronte al negozio del salumiere.

Questo esempio può fare ridere, ma in realtà spesso succede che ci perdiamo così tanto nei nostri pensieri da non controllare più quello che stiamo facendo. Non siamo più presenti a noi stessi.

Nel tempo questo ci rende stanchi, scarichi di energia, costantemente impegnati a fare qualcosa e in fretta. Sembra incredibile che la mente possa produrre tutto questo e pensiamo che siano le circostanze della vita, i figli, il lavoro a spingerci verso questa frenesia. In realtà noi abbiamo la capacità di creare il mondo che vogliamo e se usciamo dalla trappola della mente che ci vuole costantemente impegnati a pensare, allora possiamo scoprire un mondo abbondante, facile e felice.

Nel metodo Vo.c.i., se necessario, utilizzo la meditazione per creare una buona centratura, cioè l’allineamento di corpo mente e spirito, affinché il cliente possa sentire meglio le parti inconsce che si muovono dentro di lui.

Carlotta Cortesi con un mandala per la meditazione

Costellazioni familiari

Le costellazioni familiari sono state elaborate da Bert Ellinger nel dopoguerra. Dopo aver passato molti anni della sua vita come missionario in Africa ed aver attinto dalle tradizioni del luogo, una volta rientrato in Germania constatò che molti dei figli di coloro che avevano combattuto in guerra morivano suicidandosi. In Africa aveva appreso l’importanza e l’efficacia del lavoro rituale con gli antenati, ai quali le popolazioni si rivolgevano per la protezione della tribù, dunque, memore delle tradizioni africane e rielaborando tecniche preesistenti, è riuscito a creare un nuovo metodo di indagine che, nella pratica, si basa sul movimento del campo morfogenetico.

Solo successivamente, negli anni ’80, il biologo britannico Rupert Sheldrake ha dato il suo apporto nella comprensione del movimento delle costellazioni elaborando la teoria dei campi morfogenetici. Egli dimostrò che questi campi di energia contengono informazioni e sono i responsabili della struttura e dell’organizzazione di un sistema, come ad esempio la specie umana, l’identità nazionale o la propria famiglia d’origine, compresi gli antenati.

Questi campi di informazione si sono costituiti nel corso degli anni (e dei secoli) come risposta a degli eventi vissuti dai nostri avi. Essi sono in contatto diretto col nostro inconscio ed hanno una memoria che passa di generazione in generazione, dai nostri avi fino a noi, e ci fa inconsciamente da guida. Infatti ogni membro attinge alla memoria collettiva del sistema e si sintonizza con i membri passati, ripetendone i comportamenti limitanti, chiamati, in gergo tecnico, irretimenti. In sostanza nelle nostre interazioni e relazioni sociali le nostre decisioni e le nostre scelte molto spesso sono il frutto del campo morfico della nostra famiglia e dei suoi irretimenti.

Ad esempio, accade che già da molto piccoli sentiamo interiormente che qualcosa in famiglia non va, sentiamo la sofferenza di un genitore, ad esempio, e per ricevere amore da lui ci prendiamo sulle spalle il peso della sua sofferenza. Purtroppo però portare pesi che non sono i nostri ci porta “fuori posto” e il nostro ruolo di figli, di piccoli, cambia rendendoci in questo caso genitori dei nostri genitori. Inconsciamente siamo condizionati da questo ruolo che non è nostro e agendolo non siamo più in grado di vivere una vita felice e di utilizzare appieno i nostri talenti. E’ come se seguissimo una traccia che ci fa muovere in una certa direzione, anche se a scapito della nostra felicità. Quindi, se realizzarmi professionalmente va contro le informazioni contenute nel mio sistema famigliare, inconsciamente farò di tutto per non avere successo.

Nel Metodo Vo.c.i. utilizzo anche questo strumento, perché molto spesso mi è capitato di avere a che fare con persone molto talentuose ma che non riuscivano mai a portare a casa dei risultati o con persone bloccate nel compiere una determinata azione nonostante lo volessero con tutta la loro forza.

Questo tipo di dinamica può essere il risultato di uno spostamento di ruolo e la costellazione fa emergere il motivo di questo spostamento dopodiché, attraverso delle specifiche frasi di guarigione, riporta ordine nel sistema famigliare, rimettendoci al nostro posto. Il cambiamento del campo informativo del sistema unito alla consapevolezza di ciò che ci sta succedendo, aiuta a riprendere in mano le redini della propria vita e a condurla verso la realizzazione personale.

EFT - Emotional Freedom Technique

Questa tecnica è un metodo di auto guarigione, elaborato da Gary Craig negli anni ’90. Si basa sul picchettamento delle dita in determinati punti corporei che corrispondono agli incroci dei principali meridiani, cioè i canali energetici della medicina tradizionale cinese, attraverso cui scorre l’energia vitale, il Qi.

E’ lo stesso funzionamento dell’agopuntura, ma si usano le dita anziché gli aghi. Quando il fluire di questa energia è bloccato, la persona può avere disturbi fisici o problemi emotivi.

In questi casi molto spesso cerchiamo di ignorare o minimizzare ciò che sentiamo ma il risultato è che anziché liberarci del problema, esso diventa ancora più grande ed intenso. E’ come se il nostro corpo fosse composto di cavi elettrici: quando abbiamo un malessere significa che uno di questi cavi si è spezzato e l’energia non può più arrivare in certe parti, rendendole così inattive o poco funzionanti.

Il picchiettamento è l’elettricista che ripristina il cavo spezzato e fa ripartire la zona bloccata.

A volte può succedere che una brutta esperienza spezzi uno dei nostri cavi elettrici e quando ci ritroviamo davanti ad una esperienza simile, non abbiamo le forze e le risorse per reagire, oppure reagiamo in maniera automatica ma senza risolvere il problema.

Il picchettamento scioglie questo blocco e ci aiuta a vedere più chiaramente il problema, spingendoci a trovare delle soluzioni alternative a cui prima non riuscivamo nemmeno a pensare.

Carlotta Cortesi con candele arancioni

Ecco alcuni esempi dell’utilizzo di EFT nel metodo Vo.c.i.

Mi è capitato che la voce di un cliente fosse bloccata o senza potenza e nonostante gli esercizi di potenziamento vocale non c’era modo di migliorare. Indagando attraverso EFT è emerso che da piccolo in famiglia il cliente venisse sgridato quando cantava o gridava per giocare. Questo trauma era rimasto attivo nell’inconscio, come una traccia che spingeva il cliente a non superare un certo volume vocale. Ora il problema è passato, la voce del cliente è libera e il cliente ha potuto riscoprire il gusto di usare la voce liberamente.
Un’altra cliente soffriva da quando aveva cinque anni di allergia alle graminacee ed era costretta ad assumere antistaminici, senza i quali non era per lei assolutamente possibile stare bene. L’allergia le causava tosse, raffreddore e attacchi di asma: per lei che è una cantante era un problema estremamente impedente. Lavorando con EFT abbiamo potuto capire l’origine del trauma e scioglierlo. Dopo solo una seduta, l’allergia è passata completamente, con lo stupore degli specialisti che la seguivano.

Utilizzo queste tecniche in attività e percorsi anche non legati al canto e all'uso della voce, in quanto efficaci per il nostro equilibrio e la nostra crescita personale. Creo percorsi individuali e organizzo periodicamente eventi di gruppo per chi sente la necessità di lavorare sul proprio stato energetico, sul benessere emotivo o semplicemente vuole scoprire in se stesso le risorse per esprimere al meglio il proprio potenziale.

Carlotta Cortesi nello studio di Bologna durante una seduta di terapie olistiche per la voce
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